martedì 10 novembre 2015

Recensione: "Monkey Gland", di M.G.Dibenedetto


Autore:  Marco G. Dibenedetto
Titolo:    Monkey Gland
Pagine:   288
Editore:  Golem Edizioni

Trama:


Il cadavere di un ragazzo viene trovato nella propria abitazione. Il corpo è disteso sul letto, coperto da un telo verde simile a quello che si usa nelle sale operatorie degli ospedali. Solo una parte è scoperta, sulla quale un bisturi ha fatto il proprio lavoro. Perché? Un'operazione non riuscita o un messaggio nefasto? L'ispettore Rubatto e i suoi fidi collaboratori sono alle prese con un nuovo mistero che si snoda tra San Salvario e Grimaldi di Ventimiglia. Anche in questo caso i colpi di scena non mancano, così come le stimolanti riflessioni dell'ispettore su cosa sia giusto e cosa no.

Recensione:

Normalmente è facile parlare di un libro senza rovinare la sorpresa al lettore.
Basta ritrarre i personaggi ma non scendere nei particolari, e non svelare il finale.
Di solito.
... E se la storia fosse costruita in modo diverso..?
Vi voglio far leggere una citazione di Alfred Hitchcock, che ve lo spiegherà meglio di me :-)

La differenza tra suspence e sorpresa è molto semplice e ne parlo spesso (...) Noi stiamo parlando, c'è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt'a un tratto: boom, l'esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena del tutto normale, priva d'interesse. Ora veniamo alla suspence. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l'anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto - c'è un orologio nella stanza - : la stessa conversazione insignificante diventa tutt'a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: "Non dovreste parlare di cose banali, c'è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all'altro!". Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell'esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspence.

(E ora non si dica che andavo alle lezioni di Storia del cinema solo perchè l'assistente del professore era bello. Cioè, solo un pochino...) 
Ecco, immaginate una storia così. Devo per forza di cose evitare di parlare di una buona parte della storia, per non rovinare il piacere della lettura.
Ma vi assicuro che l'effetto è quello della citazione. Leggi e pensi, rivolto a chi indaga: "E' appena passato!", "Analizza quello. Perchè non hai ancora analizzato quello?" e "Io lo so!".
Perciò si procede nella lettura come il vento, nell'attesa che, nella storia, chi indaga scopra ciò che c'è da scoprire e quando lo scopriranno e moriranno altre persone prima che lo scoprano..?

Ma una cosa la posso raccontare, è un indizio sul caso :-) Il Monkey Gland è un cocktail, a base di gin, succo d'arancia, granatina e assenzio (a me ispira). Monkey Gland significa ghiandola di scimmia e fu creato in onore dello scienziato Serge Voronoff, che praticava gradevoli interventi di impianto di tessuto testicolare di scimmia nell'uomo, con l'intento di far ringiovanire il paziente. C'è da stupirsi che l'ispettore Rubatto senta un movimento di stomaco quando gli viene raccontata questa storia..? Forse no. Io però amo le storie forti.

Questa è la quarta indagine dell'ispettore Rubatto, l'ispettore con un appetito guerriero e il tatto di un machete.
Ma Rubatto non è solo questo. Ha la capacità salubre di difendersi perchè non ci si poteva immedesimare in tutto il dolore altrui.
E quando si tratta di insegnare il mestiere all'agente Aceto sarà duro, ma è l'unico modo per affrontare un mondo che non fa sconti a nessuno.
Il suo collega, l'agente Aceto (di cui sono una grande fan e che ho ritratto qui) impiegherebbe tutte le sue risorse nel lavoro pur di non affrontare i suoi sentimenti.
L'approccio di Rubatto, per quanto duro, con Aceto funziona e lo porta ad acquisire una maggiore sicurezza anche sul lavoro. Ad un certo punto, furbamente incastrato da Rubatto, esce persino con una donna.

Di questo libro mi ha colpito la descrizione accurata delle menti dei personaggi (un elemento che amo, nelle storie), in particolar modo quando avevano un problema. La formazione della follìa. L'elaborazione di un trauma. La descrizione di un momento di ansia. Credo che la formazione dell'autore come psicoterapeuta sia evidente, in questo.

Che dire... non c'è quattro senza cinque e speriamo ci sia una prossima indagine.
Però... (Per capire la mia battuta dovrete leggete il libro...)
Per una prossima indagine... Toglietemi tutto ma non quello.
... Dai, dai, dai, dai!


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